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Si tratta di uno strumento estremamente comune in ambito elettrico-elettronico e ormai alla portata di tutti (in quanto a costi) almeno per quello che riguarda i prodotti di fascia bassa.
Il suo "antenato" è il multimetro analogico, ormai quasi completamente in disuso.
Con questo strumento è possibile controllare tutte le tensioni e le correnti presenti in un circuito.
Normalmente questi stumenti hanno entrate diverse per le misure di tensione/resistenza e corrente per evitare accidentali cortocircuiti.
Ne esistono alcuni dotati di autorange, in questo caso la scala di misura viene automaticamente impostata dal tester stesso per avere la massima precisione possibile.
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Sopra, lo schema di massima di un multimetro digitale (misure di tensione in CC e CA).
Le altre misure, come corrente AC e DC e resistenza sono sempre eseguite utilizzando misure di tensione.
Il segnale in ingresso viene applicato ad un circuito di condizionamento che lo attenua/amplifica in modo da renderlo adatto agli stadi che seguono.
Se si tratta di un segnale alternato passerà nel convertitore AC/DC (un rettificatore con amplificatore operazionale) in cui verrà reso continuo.
Infine il valore ottenuto viene visualizzato sul display.
Il mutimetro digitale se messo a confronto con quello analogico presenta le seguenti sostanziali differenze:
Impedenza serie più bassa per quello che riguarda le misure di corrente (resistenza di shunt più bassa di quella di un tester analogico).
Precisone in genere più elevata.
Mancanza di errore umano nel rilievo della misura.
La misura viene visualizzata come valore numerico, non occorre stimare la posizione della lancetta che può determinare un possibile errore di parallasse.
Deve essere alimentato anche per misure di tensione e corrente.
Non ha componenti meccaniche delicate e costose.
Si tratta di uno strumento da banco, quindi non portatile, alimentato in genere dalle rete elettrica, utilizzato in laboratorio.
Ha in genere una precisione notevolmente più alta di quelli portatili, sovente ha un collegamento a 4 fili per annullare, ai fini della misura effettuata, la resistenza del cavo a cui sono collegati i puntali.
Per contro ha un costo di un uno-due ordini di grandezza maggiore rispetto a quelli portatili.
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Nell'immagine sopra, un multimetro digitale da banco keithley 2015, di fascia medio-alta.
Esegue anche misure di distorsione, temperatura (utilizzando una apposita sonda) e frequenza.
Come vedete è predisposto per la misura utilizzando 4 fili per il probe, allo scopo di calcolare l'incidenza del valore della resistenza del filo ai fini della misura e apportare in automatico una correzione.
Lo strumento da la possibilità di impostare la scala oppure di selezionare la modalità autorange.
La precisione di lettura della tensione si attesta su 0,1microV.
Lo strumento è utilizzabile appena finito l'autotest all'accensione, si consiglia, per eseguire misure particolarmente precise, un riscaldamento di 1 ora.
Uno strumento di questo tipo e mediamente 1000 volte più preciso di un tester portatile.
Per questo motivo può essere utilizzato per tarare altri strumenti.
Tensione Continua
Tensione Alternata
Corrente Continua
Corrente Alternata (assente su alcuni modelli)
Resistenza (prova diodi e di continuità elettrica)
Misura induttanza
Misura capacitÃ
Misura della frequenza
Misura della temperatura
| Possibili altre caratteristiche
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| Display: di norma il display è della tipologia a cristalli liquidi. | ||||||||||||||
| Selettore rotativo: serve per selezionare il valore di fondo scala della misura.
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| Boccole per inserzione dei puntali: sono poste nella parte bassa del tester, possono essere 3 o 4 in funzione del tipo di strumento, il puntale nero va collegato alla presa denominata "COM" che stà per comune.
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Di seguito una breve discussione su come effettuare le misure che vengono fatte più di frequente.
Occorre a priori sapere se si misura una tensione continua o alternata.
Occorre selezionare il valore di fondo scala corretto (girando il selettore), se non lo si conosce si parte sempre dal valore di fondo scala più alto.
A questo punto occorre posizionare i puntali nel punto in cui si vuole misurare la tensione avendo cura di porre nel giusto verso il positivo e il negativo.
Per questo tipo di misura lo strumento ha una impedenza superiore al megaΩ.
Normalmente le misure di tensione si fanno in funzione di un potenziale di riferimento, in genere la massa o il negativo di alimentazione, quindi occorre collegare a questo punto il puntale nero e con il rosso toccare il punto che si vuole misurare rispetto a massa.
Altro caso è quello della misura della tensione ai capi di un componente per determinare, ad esempio, la tensione ai capi di una resistenza per calcolarne la dissipazione.
Per misurare una corrente (continua o alternata) occorre interrompere il circuito in cui essa scorre e mettere in serie il tester.
Anche in questo caso occorre impostare con il selettore il valore di fondo scala più adatto e, se non si conosce, si parte sempre dal più alto.
Prestate attenzione, ci sono strumenti che hanno una boccola per misurare piccole correnti e un'altra per misurare correnti più alte.
Non sbagliate altrimenti danneggerete lo strumento o nella migliore delle ipotesi farete saltare il fusibile di protezione.
Attenzione, dopo che si è effettuata la misura spostare sempre il puntale in una boccola ad alta impedenza (quella per le misure in tensione), altrimenti, inavvertitamente si possono produrre dei corto circuiti.
Ricordiamoci che per questa misura l'impedenza interna dello strumento è prossima allo zero.
![]() | Per misurare la corrente che passa nella resistenza R1 ad opera della batteria B1 occorre interrompere il circuito e porre in serie il tester. |
In questo caso lo strumento si comporta come un generatore di tensione che fa scorrere una corrente nella resistenza da misurare.
Questa corrente viene misurata e si determina il valore della resistenza.
Misurare una resistenza è banale se la resistenza è smontata.
Occorre prestare attenzione nelle misure di resistenze di valore alto, non vanno tenute in mano altrimenti si altera la misura introducendo in parallelo alla resistenza da misurare quella della propria mano.
Per quello che riguarda le resistenze montate su un circuito, per misurarle occorre staccare almeno un reoforo, altrimenti la resistenza non è misurabile in quanto influenzata dagli altri componenti del circuito.
![]() | Quando la resistenza R1 è collegata alla batteria è impossibile misurarne il valore, in quanto il tester genera una tensione e misura la corrente che attraversa la resistenza, ma se questa è collegata ad un altro generatore, la misura viene completamente falsata. |
Per i semiconduttori è possibile verificare il buon funzionamento delle giunzioni sia che si tratti di un diodo che di un transistor.
Quasi tutti i tester hanno un provadiodi che verifica il verso di conduzione del diodo, il tutto spesso collegato ad un segnale acustico.
| Nel caso della prova di un diodo, lo strumento usa una scala per la misura della resistenza, in pratica si comporta come un generatore e misura la corrente che scorre, in questo caso nel diodo. |
| Per provare un transistor bjt (bigiunzione) occorre provare separatamente le due giunzioni sia per la conduzione diretta che inversa come da schema della figura a sinistra. |
La prova di un condensatore si può fare con qualsiasi tester che misura la resistenza.
E' una prova banale che permette di vedere solamente se il condensatore è in cortocircuito.
Si fa settando il tester sulla scala di misura in Ω più bassa e collegando i puntali del tester sui reofori del condensatore (che deve essere con un terminale non collegato).
Se il condensatore è in corto la sua resistenza sarà molto bassa, altrimenti sarà altissima.
Alcuni tester sono dotati di misura condensatori e induttanze.
In tal caso verrà rilevato il valore del componente analizzato.
Di seguito elenchiamo tutti i limiti di utilizzo di un comune tester che per la maggior parte sono limiti tecnologici e limiti di progetto della specifica macchina, quindi variabili da un modello ad un'altro.
Precisione massima: è in genere per gli stumenti portatili di bassa qualità di qualche punto percentuale, dovuta alle tolleranze delle resistenze e alla precisione intrinseca del sistema di conversione analogico-digitale
Massima tensione misurabile: in genere di qualche centinaio di volt, è dovuta al tipo di resistenze impiegate nel partitore resistivo in ingresso che possono dare luogo a scariche o fenomeni di igroscopicità .
Massima resistenza misurabile: limite del sistema di conversione analogico-digitale e della resistenza di ingresso dello strumento che quando diventa paragonabile alla resistenza da misurare genera un errore troppo grande.
Minima resistenza misurabile: limite del sistema di conversione analogico-digitale
Massima corrente misurabile: limite dello shunt e della sezione dei conduttori del tester (sonde, circuiti interni, boccole)
Esistono ovviamente strumenti dedicati per ogni tipo di misura che esegue un tester, molto più precisi e con dei range di misura più estesi.
Tuttavia a parte l'ingombro e la scarsa flessibilità di utilizzo, hanno dei costi decisamente più elevati.