--->Pagina consigliata: Chitarra elettrica e basso |
Indice Argomento Corrente |
1) Amplificatore per chitarra elettrica Solid Body (Testata) |
2) Cassa per chitarra |
3) Combo per chitarra |
Questi amplificatori si differenziano da un comune amplificatore Hi-Fi in quanto nell'amplificazione di uno strumento non è necessaria una banda passante così estesa come nell'Hi-Fi, ne una distorsione così contenuta.
In alcuni contesti la distorsione è volutamente ricercata.
L'amplificatore a valvole contribuisce ad arricchire la timbrica con tutta una serie di armoniche che si vanno a sommare al suono dello strumento e che caratterizzano il suono finale ottenuto.
Quindi, in definitiva l'amplificatore manipola il suono caratterizzandolo, quindi si può dire che fa parte dello strumento.
Questo fa si che l'amplificatore debba essere realizzato per modificare il suono in un certo modo e rendere il timbro dello strumento compatibile con i gusti del musicista che lo utilizzerà .
In altre parole, sia la chitarra elettrica che l'amplificatore sono suscettibili di migliorie che li renderebbero tecnologicamente superiori a quelli esistenti, ma il nostro gusto su questo tipo di suoni si è formato ascoltando strumenti concepiti negli anni ''50 e qualsiasi miglioria rendendo il suono diverso da quello a cui siamo abituati non ha fortuna commerciale.
Per quello che riguarda la potenza, occorre stabilire il contesto in cui sarà usato l'amplificatore, se si suona in casa per diletto bastano potenze molto basse, dell'ordine dei 5-10Watt, se si vuole fare una esibizione in un locale occorre arrivare al volume delle percussioni e degli altri strumenti, quindi potenze comprese fra i 50 e i 100 Watt.
Occorre tenere in considerazione che per innescare alcuni comportamenti di un amplificatore, come la distorsione dello stadio finale occorre utilizzarlo al massimo del volume, quindi è dannoso oltre che inutile avere un amplificatore molto potente da utilizzare in casa.
Si tratta del trasduttore che trasforma il segnale elettrico in uscita dall'amplificatore in suono.
Molto simile come struttura ad un comune diffusore acustico (una cassa acustica per intenderci) ha delle caratteristiche di banda passante e fedeltà nettamente inferiori a quelle utilizzate per l'Hi-Fi, non essendo richiesta una banda tanto estesa.
In genere all'interno vi è un solo altoparlante di grande diametro, in genere 12" o 15", nelle più piccole 10" (le misure sono espresse in genere il pollici).
Nelle casse acustiche utilizzate per concerti o comunque per sonorizzare grandi ambienti ci possono essere 2, 4 o anche 8 altoparlanti collegati direttamente fra loro in una unica cassa acustica.
La realizzazione degli altoparlanti per questo tipo di utilizzo è la cosa veramente interessante.
Essendo praticamente diffusori monovia l'altoparlante deve riprodurre dalle frequenze basse a quelle alte.
Questo si ottiene creando degli altoparlanti con delle membrane non troppo rigide in modo che la bobina per le frequenze basse muova tutta la membrana mentre per quelle più alte solo una sezione circolare (partendo dalla bobina verso l'esterno) che si riduce di mano in mano che la frequenza aumenta.
Quindi la ricerca è spinta verso la direzione opposta rispetto a quella delle casse per Hi-Fi multivia, in cui gli altoparlanti sono specializzati nella riproduzione di una stretta gamma di frequenze.
In alcune casse tuttavia vi è anche un altoparlante dedicato ai medio-alti.
In genere dal punto di vista della tipologia si tratta o di casse chiuse o di casse che sono aperte nella parte posteriore.
Sono quasi assenti le bass reflex.
Nel caso di quelle aperte posteriormente l'emissione dei toni bassi ne risente per l'evidente corto circuito acustico che si genera.
La potenza dell'amplificatore deve essere messa in rapporto al rendimento dell'altoparlante che collegheremo, non dimentichiamo che un altoparlante (vedi Nota1) con una efficienza di 89dB e un altro con un'efficienza di 92dB producono una sensazione sonora uno il doppio dell'altro in quanto la scala in dB è logaritmica e non lineare.
*Nota1= La sensibilità si misura in dB SPL (Sound pressure level) posizionando un microfono alla distanza di 1m e alimentando l'altoparlante con la potenza di 1W.
Per combo si intende un amplificatore e una cassa uniti in un unico blocco.
In alcuni casi nel combo sono integrati anche alcuni effetti, in genere il riverbero e overdrive.
Nei combo tecnologici di ultima generazione ci possono essere anche molti effetti in genere ottenuti con una elaborazione di tipo digitale del segnale che viene prima campionato, poi elaborato e alla fine riconvertito in analogico.
In genere per effettuare queste operazioni si utilizzano canali paralleli, in pratica il primo canale è adibito al segnale pulito (clean) e gli altri al segnale elaborato con degli effetti che poi alla fine vengono mixati in proporzioni variabili al segnale pulito per poi amplificare il tutto.
Questo da un maggiore controllo della percentuale di suono pulito ed effetti che alla fine poi compongono il risultato finale.