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Tutti gli amplificatori, in misura minore o maggiore hanno all'uscita una certa componente di ronzio che si avverte facilmente mettendo al massimo il volume, in assenza di segnale in ingresso e avvicinando l'orecchio ai diffusori.
Le cause possono essere molteplici e le discuteremo in seguito.
Un altro tipo di possibile ronzio è quello meccanico, prodotto dal trasformatore di alimentazione, in questo caso la fonte del ronzio sarà l'amplificatore stesso e non i diffusori.
Se il rumore è avvertibile solo avvicinando l'orecchio all'amplificatore o ai diffusori, mentre non si avverte dalla posizione di ascolto evitate di intervenire, si tratta di un rumore normale.
Questo tipo di rumore è causato dai lamierini del trasformatore che sottoposti al campo magnetico vibrano.
Tale effetto è dovuto alle forze di attrazione e repulsione che si esercitano sugli stessi ad opera del flusso magnetico che li attraversa.
E' molto comune nei trasformatori tipici a lamierini E+I ed è in genere dovuto al gioco che nel tempo si instaura fra i lamierini, dovuto alla dilatazione e al restringimento del metallo per riscaldamento.
Questo genere di rumore, se fastidioso (ovvero se è avvertibile dalla posizione di ascolto) è parzialmente eliminabile serrando le viti che tengono insieme il pacco lamellare o verniciando il trasformatore con una vernice che funga da collante per i lamierini.
In genere i trasformatori moderni di buona qualità sono impregnati sottovuoto in resina e questo basta ad attenuare tale problema.
Una ulteriore causa potrebbe essere l'allentamento delle viti che tengono il trasformatore ancorato al telaio dell'amplificatore.
In questo caso provare a stringerle oppure applicate dei distanziali di gomma fra trasformatore e telaio.
Questo genere di rumore è rarissimo per quello che riguarda i trasformatori toroidali.
Un'altra causa che in genere peggiora il problema già esistente (lamierini laschi) è una piccola percentuale di corrente continua presente nella rete di distribuzione dell'energia dovuta alla presenza di carichi non simmetrici che rendono la sinusoide a valor medio non zero. Questo produce un campo magnetico nel nucleo del trasformatore che lo porta vicino alla zona di saturazione. In genere si risolve con un DC blocker o più banalmente con alcuni diodi al silicio in antiparallelo posti in serie al trasformatore che in funzione della loro soglia di polarizzazione diretta bloccano la continua sotto tale valore.
Questo tipo di rumore può essere prodotto anche dai trasformatori di uscita, si avverte collegando un carico fittizio al posto delle casse acustiche. In tal caso si dice che i trasformatori "suonano" ed è sempre dovuto a dei lamierini che hanno preso gioco. In genere non è fastidioso.
Questo tipo di disturbo si può a sua volta dividere in due categorie:
Il rumore a bassa frequenza che si sente principalmente dal woofer dei diffusori composto dal punto di vista dello spetto da una componente a 50Hz e multipli di 50Hz (dando per assodato che la frequenza della rete di distribuzione dell'energia è 50hz).
Rumore di alta frequenza principalmente udibile dal tweeter dei diffusori acustici come un fruscio continuo.
Rumore di alta frequenza principalmente udibile dal tweeter dei diffusori acustici come un soffio continuo che varia costantemente.
Scariche e disturbi transitori.
Soffi ad alta frequenza che variano cotinuamente.
Nel caso 1) è un rumore captato dalla rete elettrica di distribuzione dell'energia.
Se il rumore ha una frequenza pari a quella della rete elettrica, allora viene captato per via induttiva o capacitiva dall'impianto elettrico, in sostanza si tratta di un difetto di schermatura.
Esempio classico di captazione di tale rumore per via induttiva sono i campi magnetici prodotti dal trasformatore di alimentazione o dai cavi di collegamento che alimentano i filamenti delle valvole che si concatenano con i conduttori dei circuiti adiacenti.
Per via capacitiva un esempio classico sono gli apparati con carcasse metalliche non collegate a terra che hanno un valore di tensione flottante derivato dalla rete elettrica e che propagano tale disturbo per accoppiamento capacitivo a tutti i circuiti che lavorano ad alta impedenza.
Se il disturbo ha frequenze multiple di quella della rete elettrica si tratta di un difetto di filtraggio dell'alimentazione (ripple).
Nel caso 2) invece si tratta quasi sempre di rumore elettrico prodotto dagli stessi componenti dell'amplificatore, indice di una grande amplificazione o di un difetto di progettazione del circuito.
Questo tipo di rumore è abbattibile in fase di progettazione semplicemente adottando dei componenti a basso rumore, per esempio mettendo negli stadi di ingresso e dove il segnale è molto basso come ampiezza dei triodi piuttosto che dei pentodi che producono più rumore.
Nel caso 3) si tratta quasi sempre di un difetto di una delle valvole preamplificatrici che ha all'interno una piccola quantità di gas. In genere succede con le valvole NOS non correttamente riattivate. Se la causa è questa nel tempo questo rumore tende ad attenuarsi.
Nel caso 4) si tratta di disturbi captati dalla rete elettrica dovuti a carichi che perturbano la rete come ad esempio interruttori (nel passato una fonte classica erano le luci intermittenti dell'albero di Natale) e inverter non ben filtrati, oppure motori elettrici a spazzole (caso classico gli asciugacapelli). Questo genere di rumore si attenua con dei condizionatori di rete o dei filtri antidisturbo.
Nel caso 5) si tratta di disturbi indotti da aria presente nelle valvole preamplificatrici e driver. In genere si presenta con le valvole NOS. Si risolve quasi sempre in modo spontaneo con l'uso, il getter riassorbe il gas per effetto dello stesso riscaldamento della valvola durante il normale uso.